Il Re e la Regina della Pasqua
Questo sabato qualsiasi proposito di uscire è
stato abbandonato senza esitazione a favore del re e della regina della Pasqua
napoletana: il Casatiello e la Pastiera. Infatti, tradizione vuole che
la sera del sabato Santo si resti in famiglia per mangiare questo antico
miracolo salato, nel mio caso, accompagnato dalla sua dolce metà.
I miti e le leggende di Napoli non si
smentiscono neanche per l’origine di queste due ricette, ricche di storie reali
e fantastiche. Entrambe le pietanze nascono per festeggiare la Primavera in cerimonie
pagane e conquistano il loro posto nella tradizione cattolica solo in un
secondo momento. La loro prima attestazione scritta compare nella favola La gatta Cenerentola di Giambattista Basile, scrittore
napoletano vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, nel tratto della
storia in cui il re organizza i festeggiamenti per trovare la misteriosa fanciulla
senza scarpino.
Il termine Casatiello deriva dal dialetto «cas’»,
ossia cacio, per indicare l’ingrediente
principale di questo rustico, il formaggio. La sua forma a ciambella indica la
ciclicità della vita, così come le uova poste sopra e bloccate da due strisce
perpendicolari di impasto, le quali richiamano invece la croce di Cristo. Anche
gli ingredienti hanno assunto un valore simbolico con l’avvento del
Cristianesimo: il formaggio di pecora è un richiamo all’agnello e dunque
all’innocenza, mentre i cicoli e lo strutto (la cosiddetta «‘nzogna») essendo
costituiti dalla carne di maiale simboleggiano l’ingordigia e l’ignoranza che
bisogna espiare, infine la farina rappresenta il pane e di conseguenza il corpo
di Cristo (proposto sotto forma di ostia durante la messa liturgica).
Tradizione ormai rara è anche la cottura nel forno a legna, che conferisce un
aroma unico a questo anello salato. Inoltre una piccola precisione da fare, per
risolvere definitivamente tutte le agguerrite dispute sulla misteriosa
differenza tra Tortano e Casatiello, risiede nel definire il
secondo come un’evoluzione del primo, poiché il Tortano non essendo legato alla Pasqua non ha le uova con le croci
di pane in superficie, solo successivamente quando ha acquisito il suo valore
cattolico, e dunque anche le uova nella parte superiore, è diventato il più
famoso Casatiello.
La storia della Pastiera invece si avvale di molteplici leggende, dalla nascita del
dolce tramite gli ingredienti donati alla bella Sirena Partenope, al miracoloso sorriso che si lasciò sfuggire Maria
Teresa d’Asburgo nell’assaggiarla, passando per i quattro pescatori che rimasti
in mare durante una burrasca sopravvissero grazie agli alimenti disponibili a
bordo, ossia la Pasta di Ieri.
D’altra parte, più veritieri sembrano i racconti che fanno risalire una
primordiale Pastiera alle
sacerdotesse di Cerere e la ricetta definitiva
alle suore del convento di San Gregorio
Armeno, le quali da abili pasticciere preparavano questo dolce nel periodo
di Pasqua per tutti gli aristocratici e borghesi della zona. Fatto sta che
tranne per qualche piccola variazione, gli ingredienti principali di questo
dolce restano il grano bollito nel latte, la ricotta, le uova, l’impasto e gli
aromi floreali (riconducibili probabilmente all’orto delle deliziose suore
napoletane del ‘700).
La preparazione per il mio sabato sera è
durata tutta la giornata ed è finita nella gioia del palato, che ha potuto
trarre soddisfazione dal duro lavoro svolto. Il Casatiello dalla superficie dorata e dal sapore forte visto
l’abbondante ripieno ci ha stimolato una fetta dopo l’altra, facendoci tornare
alle sue origini nel mangiarlo con le mani come vuole la tradizione, mentre il
formaggio fuso e filante ha stuzzicato ulteriormente il nostro appetito,
aiutandoci a terminare la cena con lo stomaco più che soddisfatto. Tuttavia, dopo
una piccola pausa per la mandibola affaticata, subito ci siamo rimessi in moto
per la Pastiera. Dolce, aromatica e
con la giusta dose di croccante ci ha lasciato a bocca piena per una buona
mezz’ora e con un lieve sorriso sulle labbra che ci ha accompagnato per il
resto della notte, permettendoci di fare dolci sogni.
Insomma, la mia serata si è svolta nel
ristorante di casa, il quale tra tradizione e accoglienza resta il luogo di
ristoro preferito nel periodo delle feste.
Una delle più celebri e antiche pasticcerie di Napoli
si esibisce nella preparazione della Pastiera.
(tratto da: https://www.youtube.com/watch?v=-xOvLTL7Ffs)
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