Dolce Cilento
Per il ponte del primo maggio, abbiamo deciso di passare
l’intero fine settimana nella stupenda zona del Cilento, e più esattamente nella città di Agropoli e dintorni. Il territorio dai bellissimi panorami è in
grado di offrire sia le attività tipiche della montagna tra un borgo antico e
l’altro sia spiagge di ogni genere, dal lungomare sabbioso di Agropoli, nel quale si possono fare
lunghe camminate anche con l’acqua alle ginocchia (infatti bisogna fare un bel
po’ di strada prima di arrivare nelle aere più profonde dove non si tocca),
alla rocciosa Punta Licosa,
consigliata per gli amanti delle immersioni. Inoltre essendo il Cilento una zona soprattutto turistica,
non mancano i locali di ogni genere specializzati nei piatti di carne se
situati nelle zone collinari o nei piatti di pesce nelle aere marittime.
Il nostro sabato sera, dopo un giro per le strade circondate
dalla natura e dalle belle vedute, l’abbiamo passato in una pizzeria di Matonti, una frazione del comune di Laureana Cilento. Il posto non essendo
molto visibile dalla strada è noto solo a un piccolo gruppo di persone e anche
noi lo abbiamo trovato su suggerimento di alcuni amici che conoscono bene la
zona. Il locale, omonimo di una vecchia commedia italiana in bianco e nero con
protagonisti Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida , Pane Amore e Fantasia, è molto vivace grazie alla prevalenza del
colore verde, il quale oltre a investire tutte le pareti ricopre in una
tonalità diversa anche i tavoli e le panche di legno, che conferiscono un
aspetto rustico alla piccola pizzeria. Anche la gentilezza di proprietari ha
reso il posto accogliente e caldo, facendoci sentire fin da subito a nostro
agio nonostante fossimo gli unici clienti seduti. In effetti la solitudine
della sala potrebbe creare un po’ di soggezione, costringendo gli unici presenti
a comunicare sottovoce per paura di rompere la quiete fin troppo accentuata
della sala. D’altra parte, le lunghe attese per ordinare o solamente per
entrare nei pub più affollati sono qui un lontano ricordo e un incubo
scongiurato.
Pane Amore e Fantasia funge oltre che da pizzeria anche da
trattoria, offrendo al cliente dei buoni primi piatti casarecci che cambiano di
giorno in giorno in base alla stagione e agli ingredienti disponibili.
Tuttavia, affezionati alla nostra routine del sabato sera abbiamo optato per le
pizze. Ora, come tutti i napoletani ben sanno, quando si mangia la pizza fuori
Napoli bisogna avere dei criteri di giudizio diversi e non essere troppo severi
sulla cottura, solo così possono essere apprezzati degli elementi comunque
ottimi sebbene diversi dalla tradizione classica napoletana. Infatti, al di là
della cottura un po’ prolungata per rendere i bordi croccanti così richiesta
dagli abitanti della zona e facilmente risolvibile se si avverte in anticipo il
pizzaiolo di essere napoletani, le pizze
sono molto saporite e consistenti, trovando la loro più grande forza
nella materie prime utilizzate. D’altronde si sa che le verdure e gli ortaggi
del Cilento sanno risvegliare qualsiasi papilla gustativa, per non parlare dei
formaggi o delle caciotte spesso prodotte in casa. Per questo motivo,
consigliamo vivamente la cosiddetta pizza Cilentana
(chiamata la Cosacca a Napoli), che
tanto semplice quanto gustosa è costituita da salsa di pomodoro, olio e
formaggio, e l’Ortolana, nella quale
la verdura di stagione viene esaltata al meglio e contribuisce allo
straordinario sapore complessivo.
Infine per quanto riguarda il conto, c’è solo da rimanere
esterrefatti per chi come noi viene dalla città, poiché il bello di queste zone
consiste nel pagare meno e mangiare meglio e più sano, grazie all’uso dei
prodotti coltivati nei dintorni.
Il nostro fine settimana è proseguito con una stupenda
giornata sulla spiaggia di Agropoli e
con un pranzo nel ristorante e pizzeria La
Dea dell’Abbondanza, situato nella stessa città. Questo locale è molto
conosciuto per la velocità del servizio e per la convenienza, cosicché la
domenica è consigliato prenotare in anticipo o comunque andare un po’ prima
dell’ora di punta, come abbiamo fatto noi. L’ambiente interno è stato
recentemente ristrutturato, dislocando quella che era un’unica grande sala, in
aree più ristrette e divise tra loro da delle scale. Tuttavia, il carattere un
po’ caotico dovuto dall’accumulo di oggetti non del tutto abbinati e dalla voce
tuonante del proprietario, che gestisce la clientela in entrata mentre con un
occhio sorveglia in maniera rigorosa il servizio, è rimasto inalterato.
La Dea, come la chiamiamo tra di noi in
forma abbreviata, permette di mangiare un buon pranzo completo ad un ottimo prezzo,
e di sera pizze a prezzi veramente incredibili (la pizza più costosa arriva a
3,50 € e vi assicuriamo che si tratta di pizze dalle dimensioni normali e anche
abbastanza buone). Per di più, la domenica offre dei piatti aggiuntivi al menù
che variano in base alla pesca del giorno e alla fantasia della cucina.
Personalmente, essendo solo in due abbiamo preferito restare sul leggero con un
bel piatto di lasagna, la pasta fresca con le vongole e una grigliata mista di
pesce con contorno di patatine….insomma, un salutare e leggero pranzo
domenicale. Il servizio è stato veloce, nonostante un piccolo intoppo, tanto da
farci consumare solo metà del delizioso pane fresco messo a disposizione. Le
pietanze erano ottime e tutto era fresco e ben condito, soprattutto la
grigliata di pesce che comprendeva un calamaro, un pezzo di pesce spada e un
gambero. Unica piccola pecca la si trova nelle quantità dei secondi. Infatti le
porzioni sono alquanto ridotte, sebbene siano veramente deliziose e adatte a un
pranzo completo, evitando sprechi inutili e lasciando ai golosi l’opportunità
di fare un ordine in più. Inoltre, considerando che un piatto di pesce fresco e
ben cotto costi solo 5 € non si può pretendere troppo.
Dunque, locale assolutamente da provare e ottimo per fare
diversi pasti alla settimana durante le vacanze, poiché a volte conviene di più
mangiare al ristorante La Dea
piuttosto che fare la spesa e cucinare.
Penultima tappa del nostro piccolo viaggio è stata la
gelateria Di Matteo di Sant’Antuono, un frazione del borgo di Torchiara. Assolutamente da provare
almeno una volta nella vita, il pluripremiato gelato del bar Di Matteo è fatto con il latte di bufala
e la frutta di stagione coltivata nei dintorni, ingredienti segreti e
principali della ricetta. D’altra parte, data la dipendenza dalla stagioni e la
piccola produzione vi invitiamo ad andarci nel periodo estivo, nel quale sono
disponibili più gusti come il limone e i fichi che hanno reso celebre questo
piccolo bar. Particolarità di questa gelateria è anche l’aspetto paesano,
esternato grazie ai semplici tavoli bianchi in plastica messi all’esterno sui
quali spesso è possibile osservare le piccole combriccole di anziani che
giocano a carte.
Per concludere, c’è bisogno di un bel rullo di tamburi per
introdurre la famosissima mozzarella di
bufala di Battipaglia. Infatti,
sarebbe stato impossibile non fermarsi a uno degli innumerevoli caseifici che
si susseguono sulla strada di ritorno. Qualunque di questi offre un prodotto
ottimo, però noi preferiamo fermarci al caseificio Il Granato, che grazie allo spazio esterno, con tanto di recinto
con un cavallo e due asinelli, permette di gustare deliziosi dolci a base di
latte di bufala o la mozzarella in vassoio godendosi la dolce brezza
primaverile sul prato verde sempre ben tenuto o, per gli amanti degli agi, sui
tavolini esterni decorati con ceramica vietrese. La mozzarella del Granato è venduta a 13 € al chilo,
prezzo medio per tutta la zona, ma non mancano anche altri eccellenti prodotti
come caciotte, provole, ricotte condite e non, oltre ai fantastici dolci,
gelati e yogurt. Tuttavia si consiglia di prenotare la mozzarella d’asporto in
anticipo, dal momento che a causa dell’alta frequenza potrebbe non essere
disponibile.
In breve, abbiamo passato un bellissimo fine settimana
alla riscoperta di bellissimi paesaggi naturali, abbelliti per una sera anche
dal meraviglioso spettacolo delle lucciole (maggio è il periodo
dell’accoppiamento in cui è possibile vederle) e dalla gastronomia cilentana,
che non poteva concludersi al meglio se non con la mozzarella di bufala
invidiataci in tutto il mondo.
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